L’insieme delle pratiche di produzione di alimenti biologici (regolamentata a livello europeo) che fanno si che il prodotto biologico viene ottenuto senza uso di pesticidi, fertilizzanti sintetici, organismi geneticamente modificati, radiazioni ionizzanti e, nel caso di prodotti animali, senza somministrare antibiotici e ormoni della crescita.
2. Che differenza c’è fra biologico e convenzionale?
Produrre rispettando la natura e l’uomo: con questa finalità è nata e si è diffusa l’agricoltura biologica. Il metodo predilige l’uso di risorse rinnovabili, il recupero ed il riciclo. L’adozione di tecniche di lavorazione che migliorano la struttura del terreno, l’introduzione di siepi ed alberature, le rotazioni e l’avvicendamento delle colture, i sovesci e le consociazioni, il compostaggio dei prodotti di scarto sono i principali strumenti usati per mantenere l’equilibrio biologico del suolo e della micro-fauna. La scelta dei fertilizzanti tiene conto delle preziose funzioni vitali che la sostanza organica svolge nel terreno.
Fare agricoltura biologica inoltre significa, in base alle norme europee:
– non usare sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere);
– ammettere solo i concimi organici (letame, compost) o minerali e tecniche di lavorazione dolci;
– non utilizzare coloranti ed aromi di sintesi nella produzione di alimenti trasformati.
Nell’allevamento del bestiame il metodo biologico presta attenzione al benessere degli animali, lasciandoli pascolare in spazi aperti e limitando la densità dei capi allevati. L’alimentazione si basa su foraggi biologici e le malattie sono curate con farmaci omeopatici.
3. Che differenza c’è fra biologico e biodinamico?
I Prodotti biodinamici sono ottenuti, innanzitutto, nel pieno rispetto delle norme dell’Agricoltura biologica, cioè controllati e certificati in base al Reg CE 2092/91. Inoltre devono essere coltivati rispettando i principi dell’agricoltura biodinamica derivanti dagli insegnamenti di Rudolf Steiner (1861-1902) e ormai consolidati in decenni di sperimentazione. In particolare l’azienda che pratica l’agricoltura biodinamica è considerata un organismo vivente, dove la produzione vegetale si integra con l’allevamento animale che fornisce il giusto concime per le coltivazioni. Tiene conto inoltre dei cicli astronomici e lunari nel calendario delle lavorazioni. Il terreno è trattato come un enorme laboratorio, “dinamizzato” con preparati a base di sostanze naturali e letame per incrementare la sua vitalità e le sue difese. Per approfondire l’argomento visita Agricoltura Biodinamica.
4. Come riconosco i prodotti biologici?
L’etichetta ha un ruolo fondamentale. Se sull’etichetta di un prodotto c’è scritto: proveniente da agricoltura biologica – regime di controllo CEE, controllato da Aiab, Suolo e Salute, Bioagricoop, Ccpb, Codex, Ecocert Italia, Imc, Qc&i o Bios, e segue un codice di riconoscimento come
Organismo di controllo autorizzato da Mi.P.A.A.FOperatore controllato n.
IT BIO 712 A 115
IT è un codice ISO che identifica il biologico in base al Regolamento CE 271/10, 712 è il codice numerico dell’organismo di controllo e certificazione, A115 è il codice dell’operatore/produttore/…/….
Un’importante novità introdotta dal Reg. CE 271/10 è la presenza in etichetta del luogo di coltivazione degli ingredienti del prodotto biologico. Di conseguenza saranno aggiunte, a seconda del caso, le diciture: AGRICOLTURA UE (per prodotti coltivati in uno dei paesi comunitari), AGRICOLTURA NON UE, AGRICOLTURA UE/AGRICOLTURA NON UE (qualora siano presenti sia prodotti coltivati in paesi comunitari che in paesi non comunitari). Per maggiori informazioni visita Riconoscere il Bio.
5. Come so che è biologico un prodotto sfuso?
A. Se un negoziante spaccia per prodotto biologico, un prodotto che non lo è commette un reato punibile dalla legge.
B. I contenitori dei prodotti (le cassette della frutta per esempio) devono riportare tutte le voci come le etichette dei prodotti confezionati.
C. Il consumatore ha diritto, e non solo nel caso dei prodotti biologici, a chiedere di visionare i certificati che hanno accompagnato la merce nel trasporto
D. Avere un rapporto di fiducia col negoziante è molto importante.
E. Acquistare da rivenditori che trattano esclusivamente prodotti biologici certificati è una garanzia.
6. Il cibo biologico è migliore di quello convenzionale?
Chiaramente questo è l’aspetto centrale che, attualmente, spinge molti cittadini verso un’alimentazione biologica. Su questo punto l’americana Soil Association si esprime in maniera netta e tutt’altro che ambigua, quando va ad affermare che “i prodotti biologici contengono meno sostanze nocive (come pesticidi, ecc.) e più sostanze nutritive (come vitamine, sali minerali e antiossidanti). Alcuni studiosi sottolineano che queste differenze più che essere dovute alle modalità di produzione siano legate alla varietà (cultivar) di pianta che viene coltivata, ma la scelta di varietà ottimali (anche in base alle caratteristiche climatiche e del terroir) è uno dei punti focali su cui si articola l’agricoltura biologica; altri affermano che, pur essendo meno presenti alcuni nutrienti negli alimenti convenzionali, tali nutrienti non risultano comunque carenti in persone che non consumano biologico. Di sicuro alcuni metaboliti secondari delle piante (i fenoli), con proprietà antiossidante, sono maggiormente presenti nella frutta e verdura biologica; la pianta produce tali sostanze come autodifesa dai parassiti, per cui tende ad “impigrirsi” laddove vengono utilizzati pesticidi chimici.
7. Può l’agricoltura biologica sostituire completamente l’agricoltura convenzionale?
Premesso che non è un problema attuale, cioè che si è ben lontani dalla possibilità che si verifichi (oggi la quantità di prodotti biologici è risibile rispetto a quella di cibi convenzionali), è comunque una domanda da porsi in un ottica di programmazione futura e di valutazione della sostenibilità. Una ricerca della durata di 21 anni, condotta dall’Istituto di Ricerca sull’agricoltura biologica di Frick, in Svizzera, porta a concludere che rispetto all’agricoltura convenzionale si ha una produzione inferiore di circa il 15-20%. D’altro canto un’altro studio a lungo termine, effettuato dal Rodale Institute di Kutztown in Pennsylvania, ha riscontrato una pressochè identica produttività dei metodi convenzionale e biologico di coltivazione (mais e soia). L’agricoltura biologica, per fare a meno di pesticidi e concimi azotati, ricorre a tecniche quali la rotazione delle colture (sullo stesso appezzamento di terreno si ruota la tipologia di pianta coltivata, per sottrarre ai parassiti un habitat stabile in cui proliferare) e la coltivazione di legumi o altri vegetali in grado di fissare sufficienti quantità di azoto nel terreno (chiaramente, in questi periodi, tali appezzamenti terrieri non sono commercialmente produttivi). Cosicchè possiamo affermare che, ad oggi, la produttività della coltivazione biologica è inferiore a quella convenzionale. Quali sono le conseguenze di tale affermazione? Calcolando che buona parte delle coltivazioni riguarda cibo per animali, una già minima riduzione del consumo di carne da parte della popolazione (peraltro consigliata da un punto di vista medico) potrebbe azzerare lo svantaggio e rendere quindi sostenibile l’agricoltura biologica su larga scala.
8. Perchè i prodotti biologici costano di più rispetto a quelli convenzionali?
Sgombriamo subito il campo da alcuni equivoci: già ora, intervenendo sulle nostre abitudini da consumatori e acquirenti di prodotti, ad esempio organizzandosi in Gruppi di Acquisto Solidale o comunque attraverso un rapporto diretto col produttore, possiamo ottenere prodotti biologici a prezzi concorrenziali e talvolta inferiori rispetto ai prodotti convenzionali. Detto questo è comunque vero che andando a comprare nei negozi è riscontrabile, mediamente, un prezzo maggiore del biologico. Questo per diversi motivi. Innanzitutto viene corrisposto al produttore un compenso equo rispetto al lavoro svolto. In secondo luogo il prezzo finale del prodotto bio contiene il totale del costo di produzione, ivi incluso il costo ambientale. Infatti mentre l’agricoltura biologica implica un lavoro maggiore (e quindi maggiori spese) legato alle tecniche di coltivazione che consentono di evitare l’immissione nel terreno, nelle falde acquifere e nell’aria di sostanze tossiche, l’agricoltura intensiva convenzionale scarica sulla collettività tali spese (a partire dai costi di depurazione delle falde acquifere).
9. Gli alimenti biologici hanno un sapore migliore?
Qui entriamo in un ambito in cui le preferenze individuali la fanno da padrone. Ciò che possiamo dire è che sempre più attori del settore alimentare, in particolare cuochi, scelgono di utilizzare cibi bio nella preparazione delle pietanze, attribuendo ad essi migliori proprietà organolettiche. Chiaramente non è possibile fare un discorso generalizzato, anche in virtù delle differenze fra ciascun singolo produttore.
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